Quanto più indispensabile appare l'apertura e la gestione di un conto corrente di risparmio, tanto più l'italiano si arrovella nel confrontare il conto migliore per sé e per le sue esigenze di cliente e risparmiatore.
Questo avviene, infatti, sempre più spesso in Italia, un mercato già stagnante, dove scegliere Conto Arancio piuttosto che un altro conto deposito diventa, a fronte di un calo inevitabile e preoccupante delle spese, la prassi comune.
Rispetto allo scorso anno, i numeri del risparmio, con un aumento di circa 32 miliardi di euro stipati nelle banche, pari al 9,26% in più in quanto a economia, dimostrano la tendenza ad attivare sempre più conti correnti dove conservare il proprio credito.
I consumi subiscono cali continui, passando, nell'arco di un anno solare, da 1.039 a 1.071 miliardi di euro mentre le riserve si gonfiano sia per quanto riguarda le banche, con un +7,07%, sia per le aziende, i cui depositi crescono di 13,43 miliardi, e persino le imprese familiari che confermano la tendenza, seppur con una percentuale, dell'1,49, nettamente più bassa.
La recessione colpisce anche, com'è ovvio, i cittadini, con nuove e gravose pressioni fiscali e spingendoli a limitare al minimo i consumi, dedicandosi alla conservazione in cassa dei propri stipendi.
Sempre più conti correnti attivi per i privati, risparmiatori obbligati, le cui riserve complessive raggiungono, secondo i dati della Banca d'Italia, i 21,1 miliardi di euro. I depositi vincolati a breve scadenza, infine, sono l'ultima categoria in accrescimento continuo, insieme al denaro circolante, ma non speso, e quello riposto sotto al classico materasso.
Solo i depositi rimborsabili con preavviso subiscono un leggerissimo calo dello 0,21% rispetto ai 308,27 miliardi dell'anno passato. Flessione impercettibile, di fatto, come un fantasma e atipica in un regime che vede sempre più conti correnti attivarsi e gonfiarsi sotto gli occhi degli italiani.