Dipendenti pubblici, spostato a giugno l'obbligo di apertura del conto corrente

Prorogato il termine ultimo riguardante l'obbligo di apertura di un conto corrente per gli ex dipendenti pubblici con pensione superiore ai mille euro.

Dipendenti pubblici, spostato a giugno l'obbligo di apertura del conto corrente

Il decreto fiscale, frutto del lavoro del Governo Monti, prevedeva, dal prossimo 1 maggio, l'obbligo di apertura di un conto corrente per tutti gli ex dipendenti pubblici che percepiscono una pensione superiore ai mille euro. Le cose, però, sono cambiate per un emendamento presentato in Senato da frange del Pdl e altri partiti minori come Io Sud e Coesione Nazioanle. Risultato: il termine ultimo è stato spostato di un mese, all'1 giugno.

Nella giornata di ieri le commissioni Bilancio e Finanza del Senato hanno approvato il decreto legge in materia di semplificazioni fiscali. L'emendamento in questione, quindi, va a correggere un testo, che dopo il prossimo week end pasquale di avvia verso l'approvazione del Parlamento. La decisione era arrivata già lo scorso dicembre con l'approvazione della manovra Salva - Italia del Governo Monti, nella quale erano state inserite alcune norme sulla tracciabilità di carte di credito e bancomat.

Da sottolineare che, per facilitare la riscossione della pensione di tutti i pensionati pubblici che ricevono più di mille euro al mese, è prevista la creazione di alcuni conti correnti "speciali", frutto dell'accordo tra enti e banche, che permettono di avere una particolare carta di debito attraverso la quale si potrà riscuotere, comunque la propria pensione. Il decreto, quindi, sembra essere atto solamente a riscuotere più tasse attraverso l'apertura di nuovi conti.

Infne, si precisa che la volontà di modificare le tempistiche dell'obbligo di apertura del conto corrente erano già state espresse qualche settimana fa, a seguito delle discussioni sul decreto Salva Italia. Bisogna, inoltre, sottolineare che l'emendamento presentato a Palazzo Chigi non ha suscitato grossa polemica in Aula e che le parti politiche hanno accolto con sostanziale indifferenza lo slittamento temporale in questione.