Consumi, diminuisce la propensione al risparmio degli italiani
Doxa ha condotto uno studio per indagare la propensione al risparmio degli italiani
In linea generale la ricerca ha confermato che la vocazione degli italiani al risparmio si è ridotta; tuttavia il "non risparmio", per scelta o mancanza della necessità di risparmiare, è un comportamento in cui si riconosce solo poco più di un terzo del campione (34%).
Per il 66% risparmiare è ancora una necessità reale o almeno un obiettivo fondamentale, ma nel 2012 è riuscito a farlo solo il 39% degli intervistati; circa il 60% delle famiglie dichiara invece di non riuscire a risparmiare, mentre il 9% nel 2013 ha richiesto un prestito per fronteggiare spese impreviste.
La percentuale di reddito accantonata dai risparmiatori è risultata pari al 10,4%; il 68,9% del campione ha ridotto i consumi giornalieri e il 43,6% delle famiglie ha diminuito le spese per i figli. L'11,4% ha poi messo in vendita un immobile per necessità, mentre il 21,6% ha cercato un lavoro diverso o una in aggiunta a quello che già svolge.
In cima alla graduatoria del risparmio vi sono i risparmiatori che hanno un reddito mensile inferiore a € 1.600 e quelli con un guadagno tra € 1.601 e € 2.000 mensili. Coloro che risparmiano, si legge nel rapporto, sono risparmiatori motivati "con obiettivi concreti da raggiungere". Poi ci sono gli imprenditori (13,1%), i dirigenti (13%), i residenti del Nord-Est (12,7%) e quelli del Sud (11,5%).
Il tasso di risparmio più alto si trova tra i 34-45 anni e i 45-54enni. Risparmiano di meno i 18enni (4,5%), le famiglie con tre o più figli conviventi (7%), quelli che vivono in affitto (8,6%) e risiedono nel Nord-Ovest (8,9%).
Il rapporto ha dedicato infine grande attenzione alle donne e ha rilevato come pur essendo soggetti finanziariamente fragili rispetto al sesso maschile, dimostrino maggiore fiducia nelle proprie risorse e capacità.
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